Levi Vito

Compositore
Levi Vito
Descrizione

* 1899 + 2002

Nato a Trieste il 10 agosto 1899, dapprima si dedicò allo studio del violino sotto la guida del m. Lionello Morpurgo e successivamente invogliato dal padre, pure buon musicista, si diede allo studio della composizione sotto la guida di Ermanno Leban (già allievo di Marco Enrico Bossi a Venezia).
Al termine della Prima guerra mondiale era venuto a vivere a Trieste l'operista Antonio Smareglia e subito Vito Levi ne approfittò per diventare suo allievo. Come saggio finale, a prova del livello raggiunto negli studi, nel 1921 presentò, in prima esecuzione, la partitura del poema sinfonico Il Carso, che ne rivelò l'indirizzo compositivo, da identificarsi nel linguaggio di un tardo romanticismo. Nell'autunno 1938 con l'emanazione delle leggi razziali, Levi, che era da poco sposato, perdette da un giorno all'altro, come per un turbine improvviso, il posto all'Ateneo musicale triestino dove insegnava composizione dal 1923 e di critico musicale presso “Il Piccolo“ dov'era entrato nel 1926. Fu una tragedia: per sopravvivere dovette arrangiarsi con lezioni private e con traduzioni di libretti d'opera per la Breitkopf di Lipsia e per la Casa Giuliana di Trieste, usando lo pseudonimo Bruno Bruni. Dopo l'8 settembre 1943, si salvò per un soffio dall'arresto e dalla deportazione in Germania riparando a Venezia. Quasi due anni di un brutto vivere nascosto nel terrore di venir scoperto. A guerra finita rientrò a Trieste, riebbe il posto al Conservatorio con l'incarico di Storia della musica e di Composizione e di critico musicale del nuovo giornale “La voce libera“. I suoi interventi critici per la vastità della cultura, memoria eccezionale e finezza del gusto di cui erano impastati, erano seguiti ed ascoltati con la massima considerazione. Nella loro brevità, le sue critiche sono state esemplari per l'equilibrio di giudizio su compositori ed esecutori.Tutte queste vastissime conoscenze si sono poi manifestate ed evidenziate nelle lezioni di Storia della musica al Conservatorio e, ad altissimo livello, all'Università, nelle prolusioni alle opere liriche, nella presidenza dei Convegni europei “C.A.Seghizzi“ di Gorizia, nella illustrazione di opere teatrali liriche e sinfoniche di Richard Strauss per il Terzo Programma della RAI (1968). A coronamento di tanta meritoria operosità, di una vita per la musica, gli fu conferita dall'Università di Trieste nel 1981, la Laurea in Lettere honoris causa. Ha avuto fra i suoi allievi Mario Zafred, Giorgio Cambissa, Raffaello de Banfield, Pavle Merkù, Giuseppe Radole, Luigi Toffolo, Ubald Vrabec, Edoardo Guglielminetti, mons, Giovanni Pigani, Guido Rotter, Vittorio Toniutti, Claudio Noliani, che formano un nucleo agguerrito nella scuola musicale triestina, oggi, più spesso che in passato, alla ribalta nazionale ed internazionale.

Opere



 
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